Venere Di Milos
Apparve nella fantasia di un grandioso artista, il cui nome si è perso nel tempo. La sua figura divina prese vita dal suo scalpello ed emerse abbagliante da un pezzo di marmo non ancora lavorato. Fu adorata a lungo, da quel che sembra, nei propilei di uno stadio. E poi, quando gli antichi dei furono perseguitati, si nascose nella terra di Milos e fu coperta dalla polvere della storia. La riportarono alla luce secoli dopo, la fortuna e la zappa di un semplice contadino che urtò sul suo corpo di pietra, a pochi metri dall’antico teatro dell’isola. La rivendicarono insistentemente francesi ed ottomani. Dopo un anno intero, senza più le mani, persesi forse in un trasloco veloce, divenne un prezioso «trofeo» nella stiva di una nave fregata francese, e lasciò definitivamente alle spalle la sua patria natale per insediarsi, espatriata ma indubbiamente protagonista, nel Museo del Louvre. La dea dell’amore resta, da allora, immobile, sul suo alto podio a Parigi, ma la sua immagine emblematica viaggia incessantemente, portando dappertutto un po’ di luce dell’Egeo. Simbolo perpetuo dell’ ideale di bellezza affascina e ricorda a tutti l’eccezionale luogo della sua origine: «La Venere di Milos»… Un capolavoro della scultura ellenistica, nato tra il III ed il I secolo a.C., che è diventato un simbolo universale, restando l’esempio più rappresentativo di una civiltà unica.




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